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La Bellezza in Filosofia


Stefano Zecchi è professore ordinario di Filosofia Estetica presso l´Università Statale di Milano. È scrittore e autore di un numerosi saggi e romanzi di successo.




Professor Zecchi, lei ha il pregio di saper parlare a tutti e lo fa anche attraverso i suoi romanzi trattando i grandi temi della Filosofia. Parliamo della Bellezza, cos’è la Bellezza? Perché è importante nella nostra vita?

E ma lei inizia con una domanda che finiamo dopodomani

Ma professore, so che lei sa essere sintetico. Dobbiamo dare un imput, non fare una lezione

Diciamo così: l’idea di Bellezza l’ho sempre considerata un concetto fondamentale della nostra cultura come la Verità e come il Bene. Comprendere cosa significa Bellezza significa capire quali sono i modelli del conoscere e dell’agire, ecco perché la ritengo importante. È una forza progettuale, utopica, non regressiva, non nichilista   

Nella nostra vita è importante, perché? Cosa ci dà la Bellezza?

L’interrogazione sul significato delle cose

Che esempio possiamo fare?

La Bellezza significa riconoscere il senso delle cose, l’identità delle nostre relazioni. Quando uno vede e capisce cos’è la storia di una città, lo capisce attraverso l’arte. Questo è il senso della Bellezza, una continua interrogazione sulla funzione delle cose. L’arte ha la funzione specifica di trasmetterle proprio attraverso la Bellezza. Naturalmente l’arte tradizionale

L’arte classica?

Non solo classica, fino al ‘900. Fin tanto che non si rompe il meccanismo dell’idea di Bellezza come categoria del giudizio estetico, la Bellezza come un problema estetico

Come possiamo combattere il cattivo gusto imperante non solo nelle immagini, ma anche nel linguaggio?

Attraverso l’educazione estetica, cioè attraverso l’educazione del gusto. Questo è possibile mediante l’osservazione, lo studio semplice, attraverso la possibilità che noi abbiamo, in fondo l’Italia è privilegiata in questo, della conoscenza di cose belle

Noi in Italia abbiamo davvero tante opportunità

E certo! L’educazione estetica mi permette di raffinare il gusto attraverso le cose belle

Nonostante le opportunità,  come mai assistiamo a questo decadimento culturale?

C’è un decadimento perché ormai la cultura è fortemente massificata, tende alla semplificazione di tutto e di conseguenza…siccome il lavoro di riconoscimento di ciò che è bello è sempre uno studio, uno deve andare nei musei, deve leggersi dei libri, oggi la massificazione della nostra cultura porta a scorciatoie

Quindi si può parlare di semplificazione eccessiva?

Di semplificazione, ma anche di disinteresse all’educare. I genitori dovrebbero educare i propri figli alla conoscenza, di quelle cose che sono belle e di quelle che sono brutte, fin da piccoli

È questo il messaggio che come adulti possiamo dare ai giovani?

Ai genitori! L’educazione viene impartita dai genitori e dagli insegnanti, se un giovane non è educato significa che non ha avuto un’educazione da genitori e insegnanti

Noi, a parte dirlo, non possiamo fare altro?

No, non possiamo fare altro. Non io che faccio l’insegnante, che sono un papà, un giovane papà vecchio

Quanti anni ha il suo bambino?

Sei

Allora va già a scuola?

Sì, sì. Cerco di insegnargli quali sono le cose belle e quali sono le cose brutte

Beh, ma lei è molto avvantaggiato mentre l’uomo della strada fa più fatica

Fa più fatica però ha una tale opportunità di musei, di chiese, di palazzi: basta alzare lo sguardo

Non c’è bisogno di essere un esperto?

No, nemmeno uno scienziato

Che differenza c’è tra ciò che è bello e ciò che mi piace? Tra bellezza e gusto?

Il gusto è una dimensione del soggettivo, la bellezza non ha nessuna soggettività dal mio punto di vista. Il gusto si forma attraverso l'educazione estetica, la bellezza è un fatto di conoscenza

E il sublime cos'è?

È una categoria inerente alla bellezza, il subine vuol rappresentare una situazione paradossale del bello, cioè il compiacimento difronte a una realtà terribile, a una realtà che non ha di per sé forme che possono essere ricondotte ad armonia, all'ordine. Questo concetto del sublime nasce in età alessandrina

Cosa è il brutto nell'arte per lei come filosofo estetico?

Il brutto nell'arte non deve esistere, ci sono rappresentazioni che riportano aspetti degradanti dell'esistenza, ma il brutto come categoria del giudizio estetico non può appartenere al mondo dell'arte perché finisce per essere una negazione dell'arte stessa. Altra cosa è la rappresentazione del grottesco, del terribile e anche del brutto; un conto è la rappresentazione del brutto, un altro conto è l'esecuzione formale del brutto

Che differenza c'è tra rappresentazione ed esecuzione del brutto?

Facciamo un esempio, un conto è un quadro di Bosch che rappresenta un tipo di devastazione umana, un conto è quella degradazione umana rappresentata dall'artista della domenica

Nel primo caso si rappresenta qualcosa di interiormente brutto, nel secondo caso... 

Eh, sì

Qual è il compito della filosofia per vivere meglio l’esistenza?

Proprio educare

Secondo lei, la filosofia può curare e come?

Non è una medicina, la filosofia è un’opportunità per comprendere le cose per darsi gli strumenti per capire le cose. La comprensione delle cose non sempre dà serenità, può darla in alcune circostanze in altre può mettere di fronte a verità che possono essere sconcertanti. La cosa importante è quella di avere gli strumenti per conoscere, per poter riflettere, per essere coscienti di ciò che si è e di chi sono le persone con cui ti incontri, le cose che vedi. Direi che la filosofia è come una valigia da cui tiri fuori i vestiti che servono per capire le cose.

 Maria Giovanna Farina





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