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Parole di moda



Un nuovo verbo sta imperversando anche sulla bocca di uomini e donne di cultura: spalmare. Da sempre questa parola si usa soprattutto per fini alimentari: abbiamo sempre spalmato il burro sul pane, la maionese sul pesce, la marmellata sulle fette biscottate. Anche al mare, da soli o in compagnia, ci si spalma la crema solare prima di esporsi ai raggi. Ora, anche gli adulti di riferimento, forse per bisogno di sentirsi più giovani, per sentirsi ancora adolescenti come quando crearono tanti anni orsono modi di dire molto concreti come fico (o figo per gli Italiani del nord) non per indicare il frutto, ma un bel ragazzo o una bella ragazza se pronunciato al femminile, si mettono a spalmare ogni cosa. L'ultima spalmata, quasi un film dell'orrore, è quando ci raccontano dei profughi del nord Africa che devono essere distribuiti su tutto il territorio nazionale, che cosa dicono? “I profughi saranno spalmati nelle varie regioni d'Italia”. Oh Dio! Mi immagino una mousse di esseri umani spalmati sui prati, i fiori, le strade, i muri delle case…non si salva nulla da questa operazione! Nemmeno la nostra lingua che non ha bisogno di simili usi impropri anche perché dal linguaggio si forma la capacità di evolvere del nostro cervello: per Aristotele l'uomo è Zoon logon echon, un animale dotato di linguaggio. E allora, visto che abbiamo questo corredo in forma esclusiva, cerchiamo di custodirlo con amore.

Maria Giovanna Farina



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