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Il trasloco



Fare un trasloco è sempre una grande scocciatura e anche se ci sono imprese che dicono di occuparsi di tutto loro, la mano del padrone è sempre necessaria se non altro per distinguere e separare ciò che va portato da quello che invece è da lasciare che finisca in discarica. Generalmente chi trasloca cambia casa per una sistemazione migliore anche se non sempre è così, ma nel caso di Paolo è senza dubbio un cambio per il meglio: lascerà il piccolo appartamento in città per andare a vivere in una bella ed accogliente villetta con box e giardino giusto qualche chilometro fuori porta. Certo ci sarà da alzarsi al mattino un'oretta prima, ma cosa vuoi che sia in confronto alla pace e all'aria pulita di un nido in campagna. La pubblicità diceva: la tua casa a soli dieci minuti dalla città e tutti i servizi a portata di mano. I dieci minuti si sono rivelati poi essere dieci chilometri e tutti i servizi a portata di mano anch'essi a dieci minuti a parte un minimarket veramente sotto casa. Ma torniamo al trasloco che oltre all'appartamento vero e proprio è composto, almeno nel caso di Paolo, anche da un solaio e da una cantina, due luoghi dove di solito si ficca di tutto di più nella previsione, quasi mai avverata, che qualcosa possa un dì servire. Ed in solaio, seminascosto su di uno scaffale, uno scatolone ricoperto da ventennale polvere richiamava alla memoria lontani goliardici tempi, quando terminati gli studi universitari era alla ricerca del classico posto sicuro.

Cominciò a scartabellare lontani ricordi quando tra le tante scartoffie fece capolino un libro di storia che Franco, un vecchio e caro amico che dopo gli studi non aveva più visto, gli aveva prestato per la sua tesi. Ricordi sopiti proruppero fluenti nella sua mente e pure qualche lacrimuccia fece la sua comparsa sulle gote. Ipso facto decise di restituire il libro al legittimo proprietario, il suo numero di telefono doveva averlo da qualche parte. La sera stessa lo chiamò al telefono e dopo pochi attimi di esitazione si accordarono per vedersi. Il giorno dell'incontro fu preceduto da previsioni di come sarebbe andata finché nel posto convenuto i due amici, emozionati e incuriositi, si incontrarono. Fu come se si fossero visti il giorno prima, dicono che quando un'amicizia è stata solida accade così ma si tratta di due persone diverse. Colloquiarono amabilmente soprattutto del passato, ciò che li univa, lasciando poco spazio al presente finché si salutarono con la promessa di rivedersi presto. Contento e soddisfatto Paolo tornò al suo solito tran tran pensando che se non avesse fatto quel trasloco probabilmente il libro di storia sarebbe rimasto nello scatolone ancora chissà per quanto altro tempo e l'amico Franco sarebbe rimasto nell'oblio.

Da quell'incontro sono passati dieci anni ma i due amici non si sono più rivisti.


A cura di Max Bonfanti, filosofo (febbraio 2020- ©Tutti i diritti riservati)


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L'accento di Socrate