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VOLEVO SOLO COCCOLE - I diritti dei bambini


Quando si parla o si ricordano i diritti delle persone, la voce è alta e ci ricorda come ancora tante parole vengono spese e commemorate senza trovare ancora la fine del principio: le sbarre delle violenze e degli abusi, lame lancinanti in un mondo in volo. Tornano ridondanti i temi, le perplessità, gli echi della folla e delle Comunità Internazionali; tornano a sottolineare come l’uguaglianza non è solo matematica della razionalità ma un chiaro specchio dell’essere in una società che afferma e nega, ratifica e disattende, aspira e muore.

Mi sorprendo a viaggiare nello sguardo di tanti bambini meravigliosi, culla del nostro futuro, calore della nostra civiltà, e rimango attonita dinanzi all’impegno sorvolato nel nucleo fondamentale della loro crescita: la famiglia.

Non neghiamoci che siamo noi i primi artefici della creazione di bolle di solitudine, dove l’immersione del tempo dei nostri infanti dinanzi alla tecnologia è la negazione dell’affetto, vera molla propulsiva della creazione di un uomo con fondamenta perfette.

Ritorniamo, con la memoria dei ricordi delle nostre mamme o meravigliose nonne, a quel focolare di coccole e pazienza spese col tessere favole, affondando le labbra su una fetta di pane con zucchero, mentre gli occhi si poggiavano serenamente su quelle calde gambe senza fretta.

Non serve sospirare dinanzi all’immensità di tanto dolore che attraversa tanti cuccioli d’uomo sparsi nel mondo se per primi siamo gli artefici della forma di violenza più subdola: la privazione dell’abbraccio della vita.

La comunicazione non verbale, fatta di sguardi e gesti, è la forma più esplosiva d’amore, vero nutrimento di uno spiegamento d’ali in direzione voluta dalla proclamazione dei diritti dell’infanzia.

Considero reattiva, in questa società, l’azione mossa da molte associazioni di volontari che impegnano il proprio tempo per la cura di tanti bambini che diversamente sarebbero abbandonati a se stessi; disabili, orfani, poveri sono i veri protagonisti di una realtà che, per mancanza di mezzi o smarrimento del tempo, hanno trovato in quei luoghi la “loro casa”.

Domani siamo pronti a ripetere gli articoli della Convenzione ONU dei diritti dell’infanzia, pronti a scorrere le pagine dei giornali ammaliati dai sorrisi dei bambini di carta: riscaldiamo invece le pareti del nostro cuore chinando lo sguardo ad avvolgere i “nostri” bambini di attenzione e dedizione e facciamo DELLA giornata il nostro credo.


Pensieri di Mirella Musicco (Aprile 2016 - Tutti i diritti riservati©)


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