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NEO-MALTHUSIANESIMO ?




Thomas Robert Malthus (1766–1834) fu un economista inglese che già ai suoi tempi riteneva l’incremento demografico superiore alla produzione dei mezzi di sussistenza per cui per il benessere dell’umanità sarebbe stato auspicabile un controllo delle nascite. Vorrei spostare il concetto relativo al controllo delle nascite verso un altro problema solo apparentemente estraneo, quello dello sfruttamento della mano d’opera. Ammetto che quello che sto per dire può essere ritenuto alquanto discutibile, soprattutto da quanti possono trarne uno svantaggio soprattutto in termini economici, ma questo spazio vuole essere uno spunto oltre che di riflessione, anche di provocazione. Vi siete mai chiesti cosa accadrebbe se le classi più disagiate, quelle che in pratica fanno andare avanti l’economia, pagano le tasse e che vengono maggiormente sfruttate e maltrattate, decidessero tout court di sospendere la produzione filiale? In confronto, la sospensione di quella industriale farebbe sorridere. Non ci sarebbe più il ricambio necessario alla continuità e nel giro di poco tempo collasserebbe non solo l’economia ma non ci sarebbero nemmeno più giovani vite da mandare a combattere per gli interessi dei soliti pochi. In poche parole mancherebbe la materia prima: la mano d’opera. Uno sciopero in questi termini sarebbe in grado di mettere in ginocchio qualunque potenza e questo è uno dei motivi per cui i governi dei vari Paesi sollecitano a procreare. Nessun tipo di astensione dal lavoro sarebbe tanto sentito quanto una protesta/ricatto del genere, i lavoratori avrebbero, una volta tanto, il coltello dalla parte del manico, ogni loro richiesta verrebbe ascoltata e probabilmente si starebbe tutti un po’ meglio perché nonostante la sempre più dilagante automatizzazione dei cicli di lavorazione, delle braccia umane non si può farne a meno. Eppure, uno strumento di lotta tanto forte quanto semplice non viene attuato. Cosa impedisce che ciò si possa realizzare? In primis l’egoismo innato dettato dallo spirito di sopravvivenza, conservazione e proseguimento della specie (mors tua vita mea), e subito dopo la mancanza di una maggiore consapevolezza della popolazione e di responsabilità dello Stato; finché sarà lecito procreare senza garantire ai nascituri la certezza di una vita decente, priva di stenti, vuol dire che siamo ancora molto lontani dalla cosiddetta posizione di uomini civili. La società si preoccupa solo di garantire la nascita, non importa poi se si viene eiettati, come diceva Heidegger, su un marciapiede, reclusi in sordidi istituti creati ad hoc o sfruttati in mille modi proprio perché fanciulli indifesi. Per poter adottare un bambino occorrono, giustamente, determinati requisiti, fra i quali un’età adeguata degli adottanti e la garanzia di un tenore di vita decoroso. Questi diritti/garanzie dovrebbero essere validi per tutti ed estesi anche a chi intende diventare genitore in proprio. Invece no. Il fatto poi che certi assistenti sociali ritengano di dover allontanare da famiglie oneste e lavoratrici i figli solamente perché abitano in una casa “non adeguata” o a causa di chiacchiere infondate e non sufficientemente verificate, la cronaca è ricca di esempi, mentre tacciono di fronte ad altri casi di genitori privi dei più elementari requisiti per esercitare la patria potestà e sfruttano la prole costringendola al furto e alla prostituzione, non fa che aggiungere altra indignazione e sgomento nel cittadino responsabile.

Non esiste par conditio, quella c'è solo quando fa comodo a chi dovrebbe invece vigilare sulla salute e il benessere dei cittadini, è un po' come per la privacy. La tutela dei minori è ancora molto lontana dall’essere attuata, esiste solo di facciata. È evidente che ci sono, nella migliore delle ipotesi, dei vuoti legislativi che, guarda caso, nessun governo si è mai preoccupato non dico di colmare, ma almeno di prendere in esame. Che tutto sia imputabile alla presenza di potenti entità aliene?


Max Bonfanti




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L'accento di Socrate