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Il
valore del dubbio
 Il
dubbio, olio su tela di Donatella Signorino
Chi per primo insegnò
l’arte del dubitare? Socrate. Lui ci fece comprendere quanto
il dubbio sia un proficuo strumento per conoscere e non un
atteggiamento sterile fine a se stesso di chi non vuole prendere
una posizione, ma si crogiola eternamente nel luogo della non
scelta. Nulla ha a che vedere con gli ignavi di memoria dantesca,
coloro che eternamente sono condannati a sorreggere un’insegna:
come nella vita non presero mai posizione ora nel al di là
devono scegliere. Il nostro Socrate ci insegnò che il
dubbio è utile dopo la presa di coscienza della propria
ignoranza, quando si sa di non sapere
si può iniziare ad apprendere, ma si impara in piena auto
consapevolezza solo se si dubita, se le verità che ci
vengono propinate sono messe in discussione prima di essere prese
per buone. Allora si potrà giungere alla verità. Si
doveva partire dalla propria interiorità e metterla a
confronto con la realtà esterna. Platone, il più
grande discepolo di Socrate, continuò sulla strada del
maestro per giungere ad affermare che la sensibilità è
illusoria e in questo modo aprì la strada ad una posizione
scettica riguardo la realtà, posizione che si contrappone
all’unica certezza data fornita dalla ragione. Facendo un
salto di numerosi anni giungiamo nel ‘600 a Renè
Descartes che fece del dubbio e della sfiducia nei sensi il suo
cavallo di battaglia. Il dubbio cartesiano ricalca l'idea
socratica proprio quando afferma che l'unica certezza che posseggo
come essere umano è il pensiero: penso quindi esisto. Se
non pensassi non avrei la certezza di essere qui seduto davanti al
fuoco...i sensi ci ingannano, la ragione mai.
Anche in letteratura troviamo
una famosa testimonianza del dubbio, il to be or not to be
di Shakespeare, quel celebre essere o non essere che rimanderebbe
al famoso dubbio di Amleto: vivere o morire. Un dubbio, questo,
opposto al dubitare socratico; il dubbio amletico porta ad uno
stallo, all'impossibilità di fare una scelta: chi può
scegliere di morire se non l'aspirante suicida? La maggior parte
di noi messo davanti a due posizioni tanto estreme sceglierebbe la
vita. Se analizziamo il dubbio ci rendiamo conto che anche
l'azione di dubitare richiede una tecnica, non serve dubitare e
basta, bisogna dubitare con cognizione di causa se si vuole fare
del dubbio un utile strumento di crescita. Il dubbio infine è
uno dei cardini dell'atteggiamento filosofico, quel modo critico
di porsi di fronte alla quotidianità. Quel modo che ci può
aiutare a superare le nostre difficoltà.
Maria
Giovanna Farina presidente
dell'associazione culturale L'accento di Socrate
(Tutti
i diritti riservati©)
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