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Maddy: un piccolo Leonardo in erba?

 

 

I tempi in cui Rousseau raccontava le splendide possibilità di imparare grazie al contatto con la natura sono ormai lontani, i bambini di oggi soffrono della mancanza di una visione d’insieme del sapere. Eppure c’è qualcuno…

 

Maddy ha sette anni, da un anno è alle elementari, ma sembra non capire nulla di ciò che le maestre insegnano. E’ molto allegra e vivace, le sue compagne stanno proprio bene con lei e non solo durante gli intervalli, ma in ogni altro momento della giornata scolastica. E’ una bambina piena di vita che però non ama tanto il suo banco. “Ma possibile che sei sempre con la testa tra le nuvole” le ripete spesso Grazia, la maestra di italiano, che senza troppi ripensamenti l’ha catalogata, con aristotelica tenacia, distratta, dispersiva e poco volonterosa.

Chissà cosa scriverà sulla scheda?” pensa tra sé e sé Paola. Lei è la maestra di sostegno più esperta e sensibile di tutta la scuola, ma troppo educata, timorosa e poco adatta a prendere di petto le situazioni. Per combattere certe schizofreniche certezze sedimentate da anni di convinzioni mai messe in discussione ci vuole quella certa capacità di imporsi che Paola non possiede. E’ troppo abituata a rispettare gli altri e le loro opinioni per buttarsi in querelle dai risultati incerti, le manca quella buona dose di coraggio e faccia tosta utili per sovvertire certi poteri consolidati dal tempo e poi, forse, non riesce a credere veramente nelle sue speciali qualità. “Non posso non intervenire” confessa un giorno Paola ad una sua stretta collaboratrice “Maddy non è una bambina come le altre, c’è qualcosa in lei che dobbiamo scoprire”. Pensa e ripensa con ostinata pazienza...finalmente arriva un’occasione inaspettata che riesce a cogliere al volo. “Quest’anno i conti sono migliorati perciò abbiamo i fondi per un corso di aggiornamento sulla dislessia” annuncia con orgoglio la direttrice durante un affollato collegio docenti.

Grazia si illumina pensando che finalmente le daranno ragione: Maddy è un po’ dislessica e la sua diagnosi di maestra a un passo dalla pensione non sarà mai smentita. Durante le lezioni si ostina infatti a volerle mettere in testa le letterine dell’alfabeto, ma la bambina memorizza solo le parole intere e questo non può andare bene. “Devi imparare come gli altri” insiste con la sua scriteriata perseveranza “Scrivi e ripeti: gni, gno gnu”. Maddy scrive invece ni, no, nu e a ripetere non ci pensa nemmeno. “E’ tonta, devo proprio segnalarla per il sostegno” dichiara Grazia in un giorno di particolare fiuto pedagogico. Paola questa volte si lancia “Aspetta, non siamo frettolosi prima seguiamo il corso”.

Gli esperti ricercatori universitari mandano due loro collaboratori per una lezione sulla dislessia e per illustrare come poterla diagnosticare senza cadere in banali equivoci. Paola e le altre partecipano con grande interesse mentre Grazia assiste alla lezione con quello sguardo di matura rassegnazione che sembra trasmettere: “Ma cosa credono di aver scoperto? Ci vogliono anni e anni di scuola per riconoscere al volo i bambini”. A conclusione della loro lezione i due esperti consigliano la somministrazione di un test di sicura efficacia, ma che agli occhi di Grazia è pura aria fritta.

Passano i giorni, Maddy è sempre la solita sciocchina svogliata con la testa fra le nuvole.....E finalmente Paola prende una concreta iniziativa: “Cosa ne dici Grazia se proponessimo il test alla classe? Sarebbe una possibilità per scoprire se Maddy è davvero dislessica” “Io non ho dubbi, fate pure basta che non mi fate perdere tempo durante le mie ore”. Per Paola è già una grande conquista e subito organizza l’esperimento. Si tratta di dettare ai bambini una serie di parole, dapprima semplici e concrete per giungere a quelle più astratte e complicate, si parte dal dettare un vocabolo come mano per giungere via via a una parola come gentile. La cosa più importante è che a dettare sia una maestra sconosciuta, o quasi, alla classe, con l’unico obbligo di essere chiara e senza deroghe: ogni parola va dettata una sola volta, non sono ammesse ripetizioni.

La classe accoglie questa variazione alle normali attività come un piacevole gioco, una maestra nuova è un mondo tutto da scoprire ed è un’occasione per fare un po’ di chiasso. L’esperimento prende inizio e gli scolari eseguano senza il previsto disordine ciò che viene loro assegnato………..Maddy non è affatto tonta, è invece un piccolo e raro Leonardo dei nostri tempi: con grande stupore di Paola, il piccolo genio ha scritto l’intero dettato da destra a sinistra e ciò che più sorprende è che sa leggerlo senza esitazione anche in questa direzione. Tutto questo funziona ancora una volta solo con le parole intere. Per qualche oscuro e straordinario motivo Maddy non ha perso la visione d’insieme e la sua preziosa e naturale predisposizione viene erroneamente scambiata per incapacità.

Ma c’è di più, Paola scopre che durante l’intervallo il divertimento preferito di Maddy è proprio leggere e scrivere al contrario, per lei è un gioco divertente che le ha fatto conquistare un certo grado di ammirazione tra i compagni. Anche di fronte al miracolo Grazia non torna sui suoi passi “Si prende gioco di noi” sentenzia senza appello. Per fortuna le altre maestre della scuola non la pensano come lei, soprattutto Paola inizia ad interrogarsi su questo strano fenomeno.

Chissà come mai Maddy ha mostrato questa particolare qualità proprio in occasione del test? E’ una sfida alle maestre?” mi chiede con un gran desiderio di ottenere una risposta. Bisogna considerare il difficile contesto scolastico in cui la bambina vive, ha una maestra che respinge ogni possibile mediazione, per lei “il blu non sarà mai verde + giallo”. Dobbiamo immedesimarci in Maddy: un piccolo scricciolo nel deserto come può gridare la sua sete? Ma come tutti i bambini sa lanciare un grido, anche silenzioso, d’aiuto. Pare aver pensato “Una maestra nuova potrebbe essere in grado di udire la mia richiesta”. Ed è li che senza alcun freno Maddy ha tentato la sorte, il suo inconsapevole bisogno d’aiuto ha testimoniato a suo favore. “Altro che dislessica, sono geniale e nessuno vuole capirlo”.

Ora le maestre della scuola fanno a gara per osservare quella bambina dalle doti straordinarie che dalla stoltezza si è elevata all’altare della genialità solo grazie ad un semplice “giochino”. Valli a capire questi adulti!

 Storia vera raccolta da Maria Giovanna Farina


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