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Il prezzo del cambiamento

(dialogo tra Antonella Lucato e Maria Giovanna Farina)


Antonella Lucato, scrittrice e giornalista, è un’amica de L’accento di Socrate. Conversando davanti ad un tè il discorso è andato su un tema attuale e controverso, così abbiamo riportato questo dialogo col desiderio di dare qualche spunto di riflessione.



Antonella apre l’ argomento:

La fecondazione in vitro ha generato la nascita di oltre quattro milioni di bambini nel mondo e ha valso a Robert Edwards,il Nobel per la Medicina 2010. La dedizione e la determinazione di Edwards hanno portato all'applicazione dei suoi studi rivoluzionari, nonostante le contrarietà. «A posteriori – si legge in una nota del comitato dei Nobel “sembra incredibile che Edwards non solo sia stato capace di rispondere a tutte le critiche che lo sommersero nel corso degli anni, ma sia pure rimasto così imperturbabile e determinato nel perseguire il suo obiettivo scientifico». Fin dalle prime sperimentazioni sull'uomo, gli studi di Edwards suscitarono forti opposizioni che il comitato dei Nobel non ha mancato di ricordare. La fecondazione in vitro è stata al centro di un dibattito etico che anticipava molti dei complicati interrogativi che la medicina riproduttiva avrebbe generato.

La imperturbabilità di Edwards fu forse quella di uno scienziato impegnato nella ricerca e poco propenso a distrazioniribatte Maria Giovannacome uno studioso che si rispetti... Mi fai venire in mente Il filosofo e docente statunitense Thomas Kuhn scomparso nel 1996, nella sua opera “La rivoluzione copernicana” del 1957 si era reso conto che il cammino della scienza procede attraverso rivoluzioni scientifiche. Kuhn impose l'uso del termine paradigma per indicare l'insieme di teorie, leggi e strumenti che definiscono una certa tradizione di ricerca in cui le teorie sono accettate universalmente. Il nuovo paradigma che viene accettato è quello che sa imporsi, che è più credibile. Edwards avrà seguito dei criteri…

Si, Edwards stesso sosteneva che la ricerca sulle cellule riproduttive umane e sugli embrioni doveva essere svolta sotto precise linee guida etiche, si assicurò che venisse creato un comitato etico presso la Bourn Hall Clinic. Il suo lavoro sulla fecondazione assistita incontrò una fortissima opposizione: da parte di leader religiosi che la consideravano immorale, dai governi, che pensavano che fosse più importante limitare la fertilità piuttosto che favorirla, e da alcuni colleghi che avevano idee differenti in merito alla sicurezza degli embrioni. Il presidente della Pontificia accademia per la Vita, mons. Ignacio Carrasco de Paula, ha valutato negativamente la decisione del Comitato del Nobel: «Ritengo che la scelta di Robert Edwards sia completamente fuori luogo e i motivi di perplessità non sono pochi». Mons. Carrasco punta il dito contro il presunto «commercio di ovociti», i «congelatori di embrioni pieni» e «lo stato confusionale della procreazione assistita». «Il progresso delle biotecnologie non significa sempre progresso etico», ha commentato Lucio Romano, copresidente dell'associazione d'ispirazione cattolica "Scienza & Vita"

Ritornando a Kuhn, lui parlava di paradigmi, ossia di modelli che determinano quali sono i problemi e i metodi legittimi che danno, quindi, origine e tradizioni di ricerca scientifica. Non so dire ora in quale paradigma siamo o come si possa definire l'orientamento attuale della scienza o addirittura se si possa definire, è certo che la chiesa ha sempre detto la sua…ma le rivoluzioni scientifiche continuano e al di là di Kuhn il cambiamento è sempre possibile

Edwards divenne ricercatore presso il National Institute for Medical Reseach di Londra nel 1958 dove iniziò le sue ricerche sulla riproduzione. La sua idea rivoluzionaria era che fertilizzare le uova al di fuori del corpo della donna e poi reinserirle nell'utero, poteva essere un modo per curare l'infertilità. Gli ci vollero sette anni tra il primo trasferimento di un embrione fertilizzato nell'utero di una donna all'effettiva nascita di un bambino

Vedi, nonostante le opposizioni la ricerca non si ferma e Galileo ne è l’ emblema. Sarebbe interessante sapere come vedono la medicina riproduttiva le generazioni del futuro?


L’argomento è stato dato come tema in classe in un liceo scientifico. Ho avuto modo di leggere quello di Riccardo L. uno studente al secondo anno, ti leggo alcuni passaggi che mi sembrano interessanti:“ Nulla si ottiene per caso, senza lottare. Non ha forse dovuto soffrire chi ha sostenuto una causa rivoluzionaria?Chi avrebbe mai osato affermare che la Terra non è al centro dell’Universo, andando contro secoli di tradizione contraria e di pensiero differente, e proclamare la teoria dell’Eliocentrismo di cui nessuno aveva mai sentito parlare? Ogni causa rivoluzionaria incontra una dura opposizione ed è giusto che sia così. Galilei, dopo aver attaccato la teoria che poneva la Terra al centro dell’Universo, ne ha proclamato l’infondatezza e ha dimostrato che ogni pianeta gira attorno al sole. Duramente contestato dalla Chiesa e dagli altri studiosi e forse anche sotto la minaccia della tortura, ha dovuto ritrattare la sua tesi, autoproclamandosi “ciarlatano”. Solo diversi secoli dopo si è scoperto che ciò che diceva corrispondeva al vero. Considerando un altro contesto socio-politico, se qualcuno nel 1300 avesse osato teorizzare l’esistenza di altri continenti sarebbe stato considerato pazzo. Eppure, oggi sappiamo che chi teorizzava ciò era nel giusto”.


Questa è la prova che la mente è libera e i giovani sanno comprendere cosa significhi lottare per raggiungere un obiettivo. Purtroppo non è stato sempre così, il povero Galilei non ha potuto godere delle proprie scoperte ed ha concluso la sua esistenza senza gli onori che gli sarebbero stati dovuti e ancor oggi… prova ad andare a Pisa e chiedere dov’è la sua abitazione, dopo un gran giro dell’oca trovi una casa con un piccola targa: così poco per ricordare un grande scienziato che ha dato il via alla scienza cosiddetta sperimentale. Credo che la lotta più proficua sia quella di favorire nei giovani la consapevolezza che il tema svolto che mi hai letto contiene. È una grande speranza per il futuro!


E continua scrivendo:Quando due diversi modi di pensare si contrappongono non c’è chi ha ragione e chi ha torto. Solo aspettando ed osservando cosa accadrà si potrà trovare un “vincitore”. Se tra cinquant’anni la clonazione non verrà più attuata, a quanto pare avrà vinto la Chiesa. Se, al contrario, si oserà clonare animali e persone, avrà avuto la meglio chi sosteneva questa causa. E non ci sarà nulla da rimproverare a chi era dalla parte della causa perdente: la sua unica “colpa” sarà stata quella di aver sostenuto delle valide motivazioni e di non essersi fatto influenzare da quelle opposte”.


Mi sembra una conclusione degna di una mente che ha saputo coltivare la filosofia: interrogazione e confronto alla ri-cerca di continue risposte sempre più soddisfacenti


Immagino quanto dev’esser stata grande l’emozione di Edwards al momento della sua scoperta. Egli stesso aveva dichiarato: «Non me lo dimenticherò mai, ho guardato nel microscopio e ho visto qualcosa di strano tra le colture: era un blastocita umano che mi stava guardando. Allora ho pensato: ce l'abbiamo fatta».


AL e MGF




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