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Chi è l’evasore fiscale? Ve lo racconto io!

Racconto semiserio sull’evasione fiscale e la figura che ne è al centro; l’evasore!

Il 2011 si è concluso con un’autentica bufera che si è abbattuta sulla prestigiosa località sciistica delle dolomiti: Cortina d’Ampezzo. Al contrario da come sarebbe logico pensare la bufera non è stata di neve, ma è stata scatenata da una settantina di ispettori dell’Agenzia delle Entrate che hanno ribaltato come un calzino la celebre località di villeggiatura alla caccia di evasori di ogni tipo, dal commerciante di prosciutti al finto povero che sfilava per il centro cittadino a bordo di una Ferrari ultimo modello.

L’operazione è stata sicuramente plateale e probabilmente dispendiosa in rapporto ai risultati ottenuti, ma più che altro deve essere interpretata come una trovata pubblicitaria, un messaggio chiaro che raggiungesse tutti gli italiani, onesti e meno onesti, piccoli e grandi evasori: l’Agenzia delle Entrate non va mai in vacanza ed è disposta a fare di tutto per scovarti!

L’evasione fiscale, a quanto pare, è diffusa in tutte le fasce di popolazione, le classi sociali, le aree geografiche e in ogni settore commerciale; in pratica unisce gli italiani più della nazionale di calcio.

Sommando il mio vissuto da cittadino, i miei studi di giurisprudenza, un periodo formativo presso un paio di studi legali e la mia sempre viva attenzione ai fenomeni sociali, sono giunto alla conclusione che gli evasori fiscali si differenziano in precise categorie e ne ho fatto una rigorosa classificazione, ammetto senza alcuna base scientifica.

Partendo dall’evasore che sfila sulla fuoriserie nelle rinomate località di villeggiatura, egli è generalmente un imprenditore o un professionista, il suo obiettivo è massimizzare i  profitti ed eliminare i costi che non gli recano un personale vantaggio e, in questa seconda voce, naturalmente inserisce anche le tasse. Spesso viene seguito da un commercialista appartenente alla sua stessa categoria di evasore, che passa la notte a pensare incastri di società fittizie con sede in qualche sperduta isola del pacifico che risulteranno poi le intestatarie di imprese, auto di lusso, barche, appartamenti e ville. L’evasore appartenente a questa categoria non è poi così difficile da scovare in quanto per sua indole è uno sgargiante, ama fare sfoggio delle proprie possibilità economiche e non gradisce passare inosservato. Spesso egli non è “inseguito” solamente dal fisco ma anche da fornitori che aspettano ancora di ricevere i pagamenti per le forniture del ’96 e da uno stuolo di ex dipendenti a cui non ha mai versato i contributi. L’evasore sgargiante è sicuramente colui che più merita di essere colpito dagli agenti del fisco, anche nei momenti di maggiore beatitudine come quando è nella sauna con vista Dolomiti poche ore prima del cenone di capodanno. Si consideri inoltre che è benestante e potrebbe quindi continuare benissimo a vivere dignitosamente anche versando al fisco quanto dovuto e che, inoltre, le imposte che evade sono sempre molto consistenti.

Agli antipodi troviamo l’evasore alla canna del gas. Egli è tipicamente un piccolo commerciante che gira per i mercati con i mazzetti di prezzemolo a 1€ o nelle migliori delle ipotesi è titolare di un negozio di cianfrusaglie in periferia con le ragnatele sulla maniglia della porta d’ingresso. Solo l’acquisto della carta per l’emissione della ricevuta fiscale lo porterebbe all’immediato tracollo finanziario. Per lui evadere è una pura questione di sopravvivenza.

Nel mezzo, fra i due estremi, ho individuato altre due categorie di evasori.

La prima si tratta degli evasori dipendenti. Ammetto che suona strana ed è una categoria un po’ anomala in quanto le incombenze fiscali dei dipendenti sono tutte gestite dal datore di lavoro, quindi la loro possibilità di evadere le tasse è alquanto limitata, ma anche un dipendente, nel suo piccolo, trova le sue occasioni per evadere il fisco. L’evasore dipendente tendenzialmente prova un profondo astio nei confronti di tutti i lavoratori autonomi, additandoli come gli evasori per eccellenza, non tanto per un senso di equità e giustizia che lo porta a desiderare un società in cui tutti pagano le tasse, ma per pura invidia di non godere dell’autonomia nel compilare la propria dichiarazione fiscale e quindi, di conseguenza, per non poter evadere le imposte a proprio piacimento. Sostanzialmente si tratta di un evasore represso che si sfoga in determinate circostanze tentando di rifarsi per tutte le tasse pagate. Così, quando chiama l’idraulico, va dal gommista o dal parrucchiere, chiede sconti da liquidazione totale esibendo contante e dichiarandosi non interessato alla fattura, come se si trattasse di un servizio aggiuntivo. In pratica riesce a convincere anche il più ligio dei commercianti a non emettere la fattura e per ottenere lo “sconto IVA” sarebbe disposto a contrattare anche con un distributore automatico di bibite.

L’ultima categoria di evasore che sono riuscito ad identificare, che è forse quella più diffusa, è quella dell’evasore sfiduciato. Non è identificabile per il lavoro che fa o per quanto guadagna e tendenzialmente è una persona onesta che se lavorasse in Germania dichiarerebbe fino all’ultimo centesimo. In Italia, però, dichiara circa la metà di quanto guadagna perché non ha fiducia nelle istituzioni ed è troppi anni che vede i propri soldi sperperati in opere pubbliche mai concluse, in stipendi milionari a politici spesso incompetenti e in sprechi di ogni genere pilotati da chi dovrebbe governare nell’interesse della collettività ma lo fa solamente nell’interesse proprio e dei suoi parenti e amici più stretti. L’evasore sfiduciato è il più difficile da scovare perché è il più scrupoloso, non vuole avere problemi con il fisco perciò dichiara quanto basta per non destare sospetti ed è attento ad avere un tenore di vita  compatibile con le sue dichiarazioni. Il lato positivo sta nel fatto che è il più facile da convincere, non con le parole che si sprecano a fiumi nelle così dette “campagne di sensibilizzazione” e neanche con minacciose operazioni da sbandierare sulle prime pagine di giornali e telegiornali,  ma con fatti concreti da parte di chi governa il nostro Paese, che dovrebbe semplicemente mettere un tappo all’enorme falla causata da sprechi e favoritismi che svuota incessantemente le casse dello Stato e investire i contributi dei cittadini in ciò che più serve alla collettività come strutture efficienti, sanità, istruzione, ricerca, etc, etc, etc.

Alessandro Bonfanti

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