CHI SIAMO

ARCHIVIO

REDAZIONE/CONTATTI/COLLABORA




UN BUON ROMANZO “MASSAGGIA I NEURONI”

 

 

L’idea che due piccole manine, dentro il mio cervello, accarezzino e massaggino i neuroni, mi fa impazzire, mi crea tenerezza e piacere.

Ecco perché questo titolo, trovato su un quotidiano qualche settimana fa, mi ha catturato. In fondo a questo serve un titolo, ad attrarre l’attenzione, quindi oggi vi parlo di questo gradevole argomento che qualche settimana fa ho letto e poi ho voluto approfondire. Diciamo subito che il senso è questo: leggere fa bene al cervello. Ma non è una novità. La novità è che esistono ora apparecchiature per la risonanza magnetica, che sanno leggere la corteccia celebrale come solo qualche anno fa era impensabile. I soggetti studiati e sottoposti all’esame, all'interno dell'apposita macchina mostrano una variazione del flusso sanguigno al cervello durante la lettura, che risulta più o meno aumentato e posizionato, generando così situazioni che tali studi approfonditi interpretano. Il risultato certo è questo: esiste una grande differenza tra chi legge e chi no; i primi sono molto più felici dei secondi e meglio sanno entrare nella mentalità altrui, vivere empaticamente.

C’è addirittura un indice di felicità, che gli scienziati possono misurare con la scala di Veenhoven o di Diener, che spiega il grado di felicità appunto, raggiunto dopo la lettura di romanzi, saggi, storie… Uno studio prodotto dalla Università Roma Tre è stato presentato a Milano in occasione di Bookcity 2015, e dimostra come i lettori siano mediamente più felici dei non lettori, più capaci di apprezzare il tempo libero, meglio attrezzati cognitivamente per affrontare le emozioni negative. Come se la nostra intelligenza”sociale” ne guadagni, ma anche la nostra interpretazione della realtà e del mondo intero.

Il fatto è che a seconda di quel che si legge, differenti sono le aree del nostro cervello che lavorano, che vengono sollecitate e che ne traggono beneficio. Un esempio?

- La corteccia prefrontale, cito, “è quella parte del cervello che noi uomini abbiamo più sviluppata rispetto al resto del mondo animale ed è infatti responsabile di pensieri più evoluti. Crea pensieri astratti, si fa domande, chiede spiegazioni e decide”. Bene, questa parte viene coinvolta, quando leggiamo di persone o di vite altrui, di pensieri che altri hanno elaborato. Se ho capito bene, questa parte che si trova davanti e in alto nella nostra testa, è la più importante e logica.

- La parte dei lobi laterali, invece, è, per così dire, più emotiva, e si accende di fronte a racconti  affettivi, emozionali. Un racconto letterario che entra in sintonia con i sentimenti dei protagonisti, provoca l’amigdala, la ghiandola che sta proprio qui e che registra partecipazione e complicità con quello che è raccontato e letto. Come  rivivere quello che dei protagonisti si racconta, e ciò vuol dire sperimentare altre vite, sogni, realtà.

Anche se leggiamo di cose fantasiose, viene attivata l’amigdala, che essendo una delle parti più primitive del nostro cervello, è immediata  e reagisce provocando istantanee risposte di paura o gioia o rabbia. Se il racconto di fantasia è proprio … irrealizzabile, il nostro cervello, che scemo non è, non coinvolge la nostra vita quotidiana, perché sa che non possiamo trasformarci in maghi o streghe o ufo robot; se invece le cose sono più reali, sviluppa una certa sintonia ed un confronto o paragone con quello che noi siamo e viviamo.

Leggere poesie ha pure la sua importanza, e addirittura le emozioni poetiche possono essere così forti, da provocare reazioni fisiche, legate al tipo di emozione vissuta… lacrime, brividi, batticuore, ed anche la cosiddetta pelle d’oca!

Ogni tipo di lettura, dunque, coinvolge una diversa parte della nostra materia grigia e quindi, tornando a quello che tanto mi aveva colpito, cioè al fatto che la lettura “massaggia i neuroni”, ho deciso che dovrò cambiare modo di leggere. Per non far torto a nessuno, dovrò leggere sì, tanto, sempre di più, ma dovrò anche variare i generi letterari  perché ogni parte del mio cervello possa godere di questo beneficio, con la speranza di avere sempre ed a lungo una funzionalità ed un benessere mentale assoluto. 

Ah, per il santo Natale, regalate benessere ai vostri ed altrui neuroni!                 

Giuliana Pedroli, giornalista

(Dicembre 2015 - Tutti i diritti riservati©)


Condividi i tuoi commenti con noi

PAGINA DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA "Mi piace" su L'ACCENTO DI SOCRATE



Torna indietro

L'accento di Socrate