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LA MAGICA PANTELLERIA


Ho avuto la fortuna, quest’estate, di fare una vacanza a Pantelleria, nostra straordinaria isola di origine vulcanica, più vicina alla Tunisia (46 miglia) che non alla Sicilia (61 miglia).

Grazie ad una guida eccezionale, Tonino Marino, che tutti a Pantelleria conoscono, l’ho esplorata da terra e da mare, riuscendo a scoprire i luoghi più affascinanti e nascosti. Pantelleria non è solo acque cristalline e incontaminate, coste scoscese (78 Km ), grotte misteriose, calette con sorgenti termali, un lago dagli incredibili colori, fondali ricchi e stupefacenti, terra di capperi, di passito e moscato, di dammusi perfettamente integrati nell’ambiente; è anche un viaggio nel tempo, tra storia e preistoria. Diversi e interessanti i siti archeologici, sparsi qua e là: tombe neolitiche, monumenti megalitici risalenti a circa quattro millenni fa, un acropoli, resti di abitazioni e luoghi sacri, mura difensive, colonnati, cisterne di varie dimensioni, all’interno delle quali sono state rinvenute teste imperiali, risalenti al dominio di Giulio Cesare, conservate nel Museo archeologico. Non mancano una chiesetta e una necropoli bizantine. Sull’isola, come in tutto il sud d’Italia, si sono alternati popoli diversi, dai Sesioti, primissimi esploratori, dediti all’estrazione e alla lavorazione dell’ossidiana, “il diamante della preistoria”, ai Fenici che la denominarono Yrnm (isola degli uccelli). Furono proprio loro a portare la tipica coltivazione della vite ad alberello, ancora oggi utilizzata. Fu la volta poi dei Cartaginesi e in seguito dei Romani, che la chiamarono Cossyra (piccola). Arrivarono, inoltre, i Bizantini, esperti nella lavorazione del tessuto e della ceramica. Nel 700 d.c. gli Arabi l’appellarono Ben el ryah (figlia del vento), mai appellativo fu più azzeccato!

Tuttora sono molto evidenti le tracce della loro cultura (toponomastica, architettura, coltivazioni, usi e costumi…). A seguire, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi. Nel 1700 l’isola diventò dominio dei Savoia, poi degli Austriaci e infine dei Borboni. Nel 1861 venne annessa al Regno d’Italia. Durante il periodo del fascismo, data la sua posizione strategica, diventò un’importante postazione bellica. Difatti il capoluogo venne assediato per 35 giorni dalle truppe anglo-americane, bombardato unicamente a scopo propagandistico e raso al suolo, dopo la resa! Come si può chiaramente vedere nella interessantissima mostra fotografica “Pantelleria ieri e oggi”, allestita, con certosina pazienza, dal sig. Vito Spatafora e dalla sua consorte, panteschi doc, cordialissimi, pronti ad illustrare con perizia le preziose immagini e a raccontare interessanti aneddoti di uno dei periodi più tragici della nostra storia.

A chi si recherà a Pantelleria, consiglio vivamente questa mostra in vicolo Leopardi 16; l’ingresso è gratuito. Pantelleria è una sorpresa continua, come sorprendenti sono i suoi abitanti, che hanno fatto dell’operosità e della cordialità una filosofia di vita.

 

Lucia Di Mieri, docente di Lettere

(Testo e immagini, Tutti i diritti riservati©)


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