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TEMPORALE  ESTIVO  AL  MARE

 

Da lontano giunge

un debole brontolio

si perde nella notte

rischiarata a tratti

da palpitanti lampi. 

Poi più nulla.

 All’improvviso, però,

avanza cautamente

un  nuovo  lamento



incerto come un bimbo

ai primi passi.

Ecco… sta crescendo,

si annuncia fragorosamente,

echeggia cupo nell’aria pesante.

Ora è un coro rombante

poi un boato assordante,

un’esplosione dirompente.

È vicino, sempre più vicino.

Ormai è un fuoco d’artificio impazzito,

dietro, sopra, davanti, di fianco.

Riempie lo spazio infinito

copre lo scroscio violento della pioggia.

Ascolto impotente

recitando una nenia infantile sfuocata

per scacciare timori remoti,

ricordi d’infanzia.

Respira la terra assetata

e beve avidamente.

Si disseta la natura

al provvidenziale calice. 

Infine gradualmente si cheta

l’eco vibrante.

Tra gli ultimi palpiti

di baleni sempre più spenti

si allontana, come la tempesta

dei miei pensieri. 

Nuovamente le voci assordanti

degli ultimi nottambuli

coprono i lontani brontolii. 

Apro la finestra,

l’aria è adesso frizzante;

respiro a pieni polmoni

odori di terra bagnata,

di delicate fragranze floreali,

di fantastica salsedine. 

Si scuote la mente assopita

e affiorano ricordi lontani

di paure ancestrali. 

E’ passato il temporale

è arrivata l’alba,

 è svanito il sonno

 lasciando il posto

 a pensieri,

 pensieri  incalzanti.

 

Lucia Di Mieri, docente di Lettere

(Tutti i diritti riservati©)


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