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LO SPECCHIO DI ARIANNA

(Parte Quarta)


Fatti e persone sono frutto di fantasia.

 

Non si sarebbe mai e poi mai aspettata che, in un caldo pomeriggio di inizio settembre, chi suonava alla porta dell'appartamento, fosse proprio Arianna.

Quando andò ad aprire Martina si trovò davanti la solita maschera di trucco pesantissimo, i soliti tacchi a spillo rosso fuoco e la consueta mini di pelle nera decisamente troppo corta; così come di aggressiva pelle nera era il giubbotto che non riusciva a coprire il top (pure quello nero) in soffocante microfibra. A completare il tutto c'erano i gesti nervosi con cui sempre Arianna si presentava al mondo anche quando, come in quel momento, si sforzava di apparire simpatica ed affettuosa.

Mentre la salutava e le faceva spazio per lasciarla passare, nella mente di Martina si affacciarono due domande che la sorpresero non poco: Cosa ci trovava Alberto in una ragazza che, ad appena diciannove anni, voleva già apparire così esperta della vita? E, cosa ne sarebbe stato della sua storia con Alberto, ora che stava per partire per Londra?

Ma fu solo un attimo, in fondo quelli non erano affari suoi... Anche se lo fossero stati, ci stava pensando Arianna a riportarla alla realtà. Arianna e quel computer che s'era portata dietro e che già stava aprendo sul tavolo della sala di quell'appartamento. Lì per lì non aveva capito che cosa aspettarsi e, l'unico suo pensiero era stato di andare a chiamare sua madre perché portasse loro delle bibite rinfrescanti. Quando, dopo pochi minuti, la signora Patrizia (questo il nome della madre di Martina) ebbe servito alle ragazze le due acque toniche e fu tornata in cucina, l'album virtuale era pronto per essere sfogliato. Nonostante tutto ciò fosse perfettamente sotto gli occhi della ragazza, lei faceva ancora fatica a comprendere.

Vedendo lo sguardo stupito della sua compagna, Arianna esclamò:

Ma allora, non hai ricevuto la mia cartolina?”

Certo! Ma queste foto, cosa c'entrano?”

C'entrano eccome, mia cara!”

Questo è o no il nostro ultimo anno insieme?”

Arianna non le dette il tempo di trovare risposte. Il parere altrui non le era mai interessato poi molto e, meno che mai, l'opinione di quella fortunata nella comoda parte della vittima... Così non fece altro che rivolgerle un sorriso forzato, mentre faceva partire la presentazione fotografica. Le immagini scorrevano sullo schermo senza che Martina prestasse particolare attenzione. Era come quella volta in cui, pur di uscire con i suoi amici, aveva accettato di andare a vedere un film che non le sarebbe piaciuto, s'era pure addormentata dopo solo un quarto d'ora, per poi risvegliarsi durante i titoli di coda, ma felice di aver trascorso un pomeriggio circondata dall'affetto di persone che gradivano la sua compagnia. C'era un'unica differenza tra quel film e questo: questo le era stato imposto senza alcun piacere nella condivisione. Finché Martina non si trovò davanti agli occhi quella scena. Un gruppo di ragazzi e ragazze, forse della loro stessa età, seduti sul bordo di una piscina e vestiti con delle tute da sub. Sullo sfondo si vedeva chiaramente una fila di carrozzine parcheggiate. Allora Martina cominciò ad intuire...ma ancora non poteva o non voleva crederci. Non voleva credere che Arianna fosse stata cosi cinica.

Ed invece ne ebbe la piena e diretta conferma:

Vedi, cara Marty, anche in vacanza con il mio grande amore, ho pensato a te. Sì, perché penso proprio che, invece di stare sempre qui a piangerti addosso e a lamentarti che l'estate non ti passa più, che ti senti sola, mentre tutti gli altri sono in vacanza e assurdità simili, dovresti avere il coraggio di fare come questi che se ne partono da soli e si tuffano negli abissi della vita”.


Loretta Del Tedesco (Tutti i diritti riservati©) paroladisirenetta.blogspot.com


(laureata in Filosofia all'Università di Trieste) TESI PREMIATA


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