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LEIELUI, l'ultimo romanzo di Andrea De Carlo



Leggere, per tutti, dovrebbe essere un momento di grande relax e grande serenità, un piacere insomma, almeno così penso io. Se decido di leggere un libro scelgo uno tra i miei autori preferiti perché so con certezza che sarà un piacere a cui potrò dedicarmi senza provare sensi di colpa nei confronti di cose che magari dovrei fare per dovere, e a cui porto via del tempo. Quando ho deciso di dedicarmi a ‘Leielui, ed. Bompiani, il nuovo romanzo di Andrea De Carlo, che leggo ed apprezzo da sempre, avevo proprio questa intenzione ed invece mi sono scontrata con una sensazione inaspettata.  Il libro propone subito un personaggio sgradevole, sgarbato, un personaggio che mi ha fatto subito dire …. “ma cosa sto leggendo? De Carlo è impazzito?”

Ma è stata una sensazione che è durata una decina di pagine, perché poi Daniel Deserti, pur col suo carattere così spinoso, ti cattura. E ti cattura la dolcezza di Clare, l’americana che lo soccorre dopo l’incidente d’auto. Il romanzo alterna capitoli in cui la storia è vista con gli occhi di lei, ad altri in cui lo sguardo è quello maschile, in un susseguirsi di scambi emotivi importanti. Inutile dirvi che la lettura delle quasi 600 pagine è avvenuta in breve tempo, ed è stata una lettura appassionata. Il romanzo è davvero bello, da leggere e gustare, perché va dritta al cuore di noi, donne e uomini d’oggi. Lui, scrittore in crisi, è davvero un personaggio impossibile, da mandare al diavolo spesso, difficile nei suoi rapporti con gli altri ma anche con se stesso, e finalmente dolce quando incontra le sue certezze, i suoi figli o l’amore. Domandarsi se in Daniel c’è una parte di De Carlo, se De Carlo nella sua quotidianità è così ruvido è stata la prima cosa. Allora, per non sbagliare, l’abbiamo chiesto a lui.

Ci sembra di vederlo, moro come il suo personaggio, gli stessi occhi scuri, anche infelice come lui?

No. Ma Daniel Deserti fa il romanziere come me, e per immaginarmelo mi sono chiesto come diventerai se arrivassi al punto di perdere l’ispirazione, non credere più al mio lavoro, detestare i miei lettori e il mio editore e chiunque altro si aspetti qualcosa da me. Ho tirato fuori tutta la rabbia e la sgradevolezza che probabilmente si impadronirebbero di me, poi ho lasciato filtrare poco a poco le qualità che forse sopravvivrebbero malgrado tutto. E’ così che è nato il protagonista maschile del mio romanzo.

Leieluiè un romanzo di passione, d’amore, come non ne scriveva da tempo; il rincorrersi dei  personaggi, in modo figurato o anche vero, lo rende quasi un thriller degli affetti. Forse che De Carlo si è innamorato di nuovo, forse ha bisogno d’amore? Oppure lo scrivere un romanzo di tal genere, può essere terapeutico, illuminante?

Credo che ognuno di noi insegua l’idea di innamorarsi, anche quando non lo vuole ammettere. Sono partito da questo presupposto, per tuffarmi nei sentimenti che ci abitano più profondamente. Ero consapevole di quanto fosse rischiosa un’impresa del genere, per la quantità di luoghi comuni da evitare, comprese le reazioni di chi pensa che un romanzo che parla d’amore appartenga inevitabilmente alla letteratura ‘bassa’. Io sono convinto al contrario che la letteratura nella sua forma più piena debba occuparsi di ogni aspetto della vita umana, e ho trovato stimolante affrontare questa sfida.

 Sono diversi gli uomini che si incontrano nella storia, tutti un po’ particolari, a loro modo caratteristici. Inoltre lei mette in bocca a Daniel, delle considerazioni sull’uomo moderno, che lo ritraggono come un uomo non maturo, che fugge dinanzi alle sue responsabilità, insomma che fa una brutta figura rispetto alla donna d’oggi. Daniel interpreta forse il suo pensiero?

Sì. Credo che gli uomini si rifiutino sempre più spesso di crescere, di assumersi responsabilità adulte, evolversi, diventare più consapevoli. Naturalmente sto generalizzando, ci sono per fortuna delle eccezioni, ma vedo molti uomini che non hanno alcuna intenzione di abbandonare i peggiori difetti della loro infanzia, come l’egocentrismo,  l’instabilità, l’inaffidabilità. L’unica cosa che sembra crescere è il peso delle loro richieste, nei confronti del mondo e delle donne in particolare.

 Il romanzo si conclude con un possibile, anzi certo …. e così vissero felici e contenti, cosa non frequente nella sua scrittura. Cosa direbbe a chi invece si aspettava da lei esattamente l’opposto? Che questa è una storia d’amore, e malgrado le sue difficoltà è attraversata da una corrente di ottimismo.  Volevo parlare nel modo più sincero possibile, a tratti perfino spietato, delle contraddizioni che oggi un uomo e una donna si trovano davanti. Però volevo anche parlare della possibilità che una bellissima sorpresa possa arrivare a ognuno di noi, quando meno ce l’aspettiamo, a patto che siamo ricettivi e pronti a coglierla al volo.   

Giuliana Pedroli




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