CHI SIAMO

ARCHIVIO

REDAZIONE/CONTATTI/COLLABORA



A PROPOSITO DI EROINE LETTERARIE


Le eroine immortali della letteratura, amate, inneggiate e prese a modello, usate come metafore e riferimento di ardori e passioni. Testimoni di grandi tragedie, di amori immortali, di cattiveria o grande abnegazione, sono rappresentate da una serie infinita di aggettivi, appellativi, simboli e chi più ne ha più ne metta. Ognuna di noi si è inevitabilmente, almeno una volta, calata nei panni dell’eroina preferita.

Eppure, così come per i personaggi delle soap opera, alcune di loro proprio non mi vanno a genio per la noia mortale che mi trasmettono. Prendiamo Penelope, morigerata e fedele compagna di un viaggiatore insaziabile, navigatore moderno di vari lidi, Nausicae dalle bianche braccia e occhi lucenti virtuali ritoccati al Photoshop e da maliarde streghe blateranti oracoli e pozioni. Penelope, lungi dall’idea della navigazione, preferisce il masochismo, fa e disfa a non finire cercando la razionalità nel caos della trama, si lascia dilapidare le fortune, si consuma su un letto d’ulivo intrasportabile per mezzo del quale, e si badi bene, solo per questo, riconosce alfine l’odisseo, come lei invecchiato di vent’anni senza sconti. Sciocca stupida eroina che nell’immaginario dovrebbe fare altare della sua fedeltà e virtuosismo. Il nome stesso, e Omero non era uno sciocco, la destina a un ruolo di sottomissione a una Pena inflitta da sola a se medesima. Senza scomodare troppo il greco che vuole PENE come indicatore di filo, trama, gomitolo, o il pregreco che ricondurrebbe il termine a un tipo di anatra, e qui c’è molto da raccontare riguardo al sistema riproduttivo alquanto complicato per le conformazioni anatomiche della specie, pare, condizionato a dovere dall’anatra femmina stessa per evitare accoppiamenti indesiderati, personalmente propendo per sofferenza masochista, PENA appunto. Ma, forse, e/o per fortuna, il nome in Italia è ben poco usato proprio per la tediosità che trasmette e per un destino di remissione, visto che il nome è indicativo appunto, della sorte personale.

Se sono riuscita ad annoiarvi, bene, sappiate che il mio secondo nome non è Penelope, e non è nemmeno Lucia.

Lucia Mondella, fiore candido di purezza, donna senza malizia, ferrea nella fede. Fiera operaia, popolana con le pianelle ricamate e nessuna volontà personale, nessuna voglia di peccare con un matrimonio ad imbroglio, nessuna velleità personale che vada oltre la fede e la speranza che il bene trionfi. Anacronistica. Un personaggio amato dal Manzoni, forse il suo ideale femminile. Rappresentativo come sonnifero.
Lucia, significato emblematico, oltre la santa protettrice della vista è il nome popolare delle coccinelle rosse a puntini neri che sono molto simpatiche e colorate come il vestito di trine dell’eroina, ma sono velenose.

I colori vistosi, chiamati aposematici, sono dei veri e propri segnali attraverso i quali, le coccinelle (ma anche gli altri animali colorati), avvertono i potenziali predatori della loro pericolosità. Chi preda una coccinella dovrà subire un doloroso mal di pancia. Le coccinelle amano vivere e cacciare da sole.

Alla fine mi risulta molto più simpatica la monaca di Monza. La povera Gertrude si è trovata costretta a subire la monacazione per la barbarie del padre e del costume nobiliare di tempi nefasti. E poi, in fin dei conti, non era mica colpa sua se il nome imposto di Gerturde ha significato, tra l’altro, di “amica della lancia”… In Italia, attualmente risultano all’anagrafe 277 donne con tale nome, chissà se sono tutte vergini.


Potrei continuare ancora, avventurarmi su un terreno sicuramente poco simpatico ai lettori che amano la grande letteratura. L’amo io stessa, solo preferisco le eroine che non se la tirano.

Forse le prossime saranno Anna Karenina e, perché no…Beatrice “tanto gentile e tanto onesta” pare…

A presto…


Bruna Cicala (Settembre 2018 - Tutti i diritti riservati©)





Condividi i tuoi commenti con noi

PAGINA DI DISCUSSIONE SU FACEBOOK: CLICCA "Mi piace" su L'ACCENTO DI SOCRATE



Torna indietro

L'accento di Socrate