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- ANSIA E CREAZIONE – Quaderni il Rabdomante di  Antonio Limoncelli

 

IMPULSI SCONCLUSIONATI DI SEGNO…

sulle punte difformi di una mano…sino a verso…

di Silvia Calzolari

 

1)    Un limite il giorno, come un limite la notte. Solo nel gioco degli scompensi si prova un'incisiva sensazione di collimato viaggio. Se nell'oscurità si uccide il silenzio o lo si culla, ogni volta come fosse un parto nuovo, dilatando il pensiero folgorato da disperato spasmo chiaro, già nelle prime ore del mattino, sino al crepuscolo, ci si consuma nel bisogno di quietare l'ansia della corsa, verso quel rassicurante divenire in nido nero fatto di stelle. Terribile, tanto quanto esaltante, essere dei limitati essere umani, sempre nel desiderio di possedere il tempo come fosse solo nostro. In uno scampolo di anni, ognuno si ritaglia la propria inutile esistenza, lasciando segni d'illusione come fossero eterni.

2)    Tocco l'aurora questa mattina, come toccavo il denso nero questa notte, nello stesso rigurgito, mai uguale, giocando il mio sentire mortale come fosse ridicola ironia-immortale. Farne un mantello rosso con cui vorticare la propria essenza, nella vaghezza del volo che insegue le ultime piume dimenticate agli antipodi della mente e del cuore. Gli occhi chiusi vedono la propria luce spalancata, mai immersa negli occhi dell'altro eppure così simile ad ogni occhio…d’universo. L’eterno ritorno a tanta pienezza da riempirsi i sensi intoccati dell’origine.

3)    Curiosità di morire prima di seppellirsi, il gioco recuperato di fanciullo, la stanchezza che riflette il colore verde dell'erba sognante, il mettersi alla prova nel coraggio d’esistere incidendo…infiniti segni…mossi rimossi…sino a totale estraniazione perdendo orientamento, sino ad un attimo dopo… sul filo della pazzia…che lucida…diviene immobile…pace.

4)    Interrogo i minuti, ma solo quelli presenti. Il tempo trascorso è quieto nel profondo, dialoga isolato ormai soddisfatto, dopo essere stato analizzato da fame, sogno e sonno del pensiero. Scannerizzando i secondi so quanto contano e quanto costano, ognuno ha il suo potere im-potente, conquistato o spodestato. E’ solo non-tempo, tutto il resto è emissario od immissario. Lo condivido, un istante dopo, quando già me ne sono appropriata prendendone congedo …dimenticando… Ed è già altro segno…che versa…in-verso... sconosciuto.

5)    Ho camminato da ferma per ore, senza meta, sotto un cielo qualunque di una giornata innocua, amplificata da rumori ripetuti e riconosciuti, solo per incrociare visi e corpi. Non ne ho trascurato nemmeno uno, ne sorridevo la fisiognomica più eloquente o più discreta. Il suo corpo grasso, il suo viso affilato, il suo naso adunco, le sue labbra sensuali, il suo sorriso stampato, il suo gesticolare compulso, il suo rannuvolato, il suo accigliato, il suo arcigno, il suo scostante, il suo indifferente... Il suo... sapeva di mio, non mi mancava nulla per essere tutti di pieno nessuno...

 FILI...FORME...

 

Ho contratto a spasmo

ogni angolo nell'inseguire

il filo essente d'essenza.

Si traduce lo spirito

nell'angolo svolto

verticale

in fili...forme

laterali

come fosse buio

nella luce

cercando

tocchi

sovrastanti

sottostanti.

Ho smussato

per odiare curve

ove nulla ha senso

mentre il nulla

ha il suo pregno.

 

 

S'AFFINA

 

Ove timore

rimuove arcani

s'affina in linea dis-continua

armonia comune d'intenti

a fronte di mole sgretolata

di deviato umano.

 

S'aggira

suono binario

in visione creatrice

innovando concesso giorno

speso a fil di nido

d'aperte ali.

  

DENSO

 

Sullo spigolo del giorno

s'innesta raccolto

apice denso

in sciabordìo di suono.

S'annulla ora

d'ormai-ieri

colando smeraldo

in germogli di pensiero.



CON-GIOISCE

 

Ove vuota attesa

a muri d'ansia

erema differenti...

...flessuosa profondità

a sangue e fredda spada

conquista solitudini

come meraviglia d'astri.

Nell'ingorgo libero

fra spruzzi d'essenza

indigeribili massi

attraversano deserti

senza oasi

senza miraggi

senza fame

senza sete.

Non si sceglie

non si lascia

avventura d'oblio

sino a non scambiabile

identità fra identità.

Uno-in-due

a grazia d'istinto

con-gioisce

parola e silenzio

d'istantaneo frammento.

 

 

DASEYN (Esser-ci)

 

Naturautentica

in tonalità emotive

iperscruta preesistente

in-cosciente d'angoscia

senza occhi

senza paura

in piane-curve possibili

fra cime impertinenti

del nulla in nessun luogo.

Scorci di lontananza

in profondo silenzio

liberano…

talmente libero

d'esseressenza

inalienabile

consegnata a mondo

(in)appartenibile

senza assenza.

Cura a doppio

(s)taglio di carezza

nell'estasi ripetibile

d'attimi rivela(n)ti

di consapevole

fresca poesia

come esser-ci

daseyn…




Silvia Calzolari, poetessa e collaboratrice dell'associazione L'accento di Socrate


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