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Radical chic

 

 

Radical chic, un modo elegante tipico di una certa cultura per mascherare un’ipocrisia dilagante: i ciechi diventano non vedenti, i sordi non udenti, chi ha importanti problemi fisici diversamente abile, gli spazzini operatori ecologici, gli zingari non si possono nominare, i negri diventano neri e via dicendo.

Eppure una volta questi termini ora messi al bando non offendevano nessuno, anzi, a parte trovarli sui testi scolastici, erano motivo di canzoni e programmi televisivi, chi non ricorda  la canzone “Angeli negri” o il programma televisivo della RAI “La zingara” ?  È come un vano cercare di lavarsi la coscienza, placare un senso di colpa fingendosi generosi e altruisti pur rimanendo ciò che si è.  Anche la moda di vestirsi con abiti volutamente sbrindellati per imitare i veri barboni, pardon clochard, scrivere i nomi propri con l’iniziale minuscola, chiamare carissimo, sono vezzi  che in realtà dimostrano il voler essere superiore. Mi vesto come uno straccione ma non lo sono, ti chiamo carissimo per dimostrare quanto sia democratico anche con quelli che considero inferiori e qui il tempismo è determinante: dirlo prima che l’altro lo dica a te. I giri di parole si usano quando si vuole addolcire una pillola, quando la realtà potrebbe ferire, ricordo quando i maestri incontravano i genitori e per dire che il loro figlio andava male dicevano “non è un’aquila” “non è una cima” , l’opposto della realtà e si servivano della figura retorica della litote e in ogni caso si trattava di una situazione in itinere soggetta a possibili variazioni, ma ora sembra proprio che si vogliano usare giri di parole e sinonimi nella migliore delle ipotesi fini a sé stessi. Non credo che ci si debba vergognare o sia disdicevole essere cieco o sordo, zingaro o negro, è semplicemente uno stato dell’essere, ma fra un po’, probabilmente, neppure la litote si potrà più usare  per una certa cultura e per dire che uno è diverso dalla maggioranza chissà quali altre perifrasi assurde si inventerà. O tempora o mores!

Max Bonfanti, filosofo

(Aprile 2017 - Tutti i diritti riservati©)


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